Non lasciamoli soli by Francesco Viviano Alessandra Ziniti & Alessandra Ziniti

Non lasciamoli soli by Francesco Viviano Alessandra Ziniti & Alessandra Ziniti

autore:Francesco Viviano, Alessandra Ziniti & Alessandra Ziniti
La lingua: ita
Format: epub
editore: Chiarelettere
pubblicato: 2018-05-14T22:00:00+00:00


Un neonato la salverà

Quel neonato cambia la sua vita. In ospedale un uomo «dagli occhi buoni» le promette aiuto. E questa volta Maryam si fida. Non ha nessun altro posto dove andare con quel bimbo di pochi giorni tra le braccia e non vuole più finire nella rete di Abdhel, che peraltro non sa neanche dove sia o se sia ancora vivo. Segue quell’uomo a casa sua, viene accolta dalla moglie e dai suoi tre figli, la trattano come una di loro. «Fidati adesso, qui sei al sicuro, so io come farti arrivare in Italia. Te lo giuro, raggiungerai tua sorella in Germania.»

«Ma non ho i soldi per pagarmi il viaggio» abbozza timidamente Maryam. Che adesso prova per una volta a credere che le favole a lieto fine esistano e che possa essere lei la protagonista.

«Il mio salvatore», è così che lo chiama. Non vuole neanche dirne il nome per paura di potergli arrecare danno. Sono le cinque del pomeriggio quando il «salvatore» di Maryam torna a casa, le dice dolcemente di preparare il bimbo e le sue cose. «Saluta mia moglie e i bambini. Stai per partire per l’Italia.»

La spiaggia libica: centinaia di persone in silenzio in attesa come lei, il gommone che arriva, la ressa per salire. Maryam non ce la fa. Tiene il suo bimbo in un fagotto incollato al seno, deve proteggerlo, la schiacciano, si fa da parte. «Meglio aspettare, forse domani ci sarà un barcone di legno, è più sicuro» le dice l’uomo a cui sarà grata per tutta la vita. Una notte e un giorno sotto un cespuglio, al margine della spiaggia. Quando sta per fare di nuovo buio ecco la sagoma di una barca di legno che arriva. Sono in cento a salire, Maryam è tra loro, il suo «salvatore» è ancora sulla spiaggia insieme a lei. Rimarrà lì fino a quando il barcone non avrà preso il mare. Non c’è tempo neanche per un abbraccio, per un saluto. È una serata limpida, il mare sembra tranquillo. Maryam si lascia alle spalle la Libia e la schiavitù. La sua terra promessa arriva ventiquattr’ore dopo quando un’altra sagoma che le pare enorme, quella della nave Aquarius, viene incontro al barcone che già da qualche ora vaga alla deriva. Maryam piange, tutti piangono. È la salvezza. Quando dal gommone di soccorso le porgono un giubbotto di salvataggio, per la prima volta in sette mesi si stacca dal suo piccolo e lo consegna ai volontari. Il bimbo è il primo a salire. Maryam finalmente sorride. È finita. Almeno per lei.

A terra, in Sicilia, non c’è nessuno che la aspetta; ma almeno non c’è nessuno che le dà la caccia. Maryam può scendere a testa alta, guardando l’orizzonte, dalla scaletta della nave che approda a Pozzallo. Non è così per molte delle sue compagne di viaggio, conosciute sul barcone. Come lei vengono dalla Nigeria, come lei scappano dalla fame e dalla povertà, come lei sono state ingannate e sono finite nelle mani della tratta. Ma, diversamente da



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